Educazione ed istruzione per il futuro dell’Umanità
di Adriana Crisci
L’istruzione senza l’educazione è sterile. L’istruzione insieme all’educazione, per far emergere i valori intrinseci nell’essere umano, concedono agli individui di applicare, con saggezza e intelligenza, ciò che imparano. Tutto parte da due fondamenta della vita: la famiglia e la scuola. Scuola intesa come insegnamento che formerà il carattere per la vita. In fondo, la più grande scuola che frequentiamo, a prescindere dall’età, è la vita stessa, per questo è importante che gli adulti dotino i più piccoli degli strumenti necessari a frequentarla, sin dalla tenera età, affinché siano preparati a percorrerla e a farne esperienza evitando che sia condizionata dagli influencer del momento. A causa dei social e dei media viviamo in una società contenitore, ricca di contenuti privi di contenuto, dove molte sono le dipendenze e il rischio è vivere, di riflesso, la vita altrui e lasciarsi sfuggire la propria.
La scuola moderna viene spesso considerata come un luogo abituale delegato all’atto dell’insegnare e a quello dell’apprendere, invece dovrebbe essere un posto dove anche l’intelletto viene aiutato a risvegliarsi, ad elevarsi. Per questo la sola istruzione non è sufficiente ma è necessaria anche quella educazione che aiuti l’esperire, altrimenti si è concentrati più sull’apprendimento delle nozioni che sulla trasmissione e la messa in pratica. Se i giovani non vengono dotati dei corretti strumenti e educati al loro uso, invece di ricevere solo le istruzioni per l’uso, possono nascere dei conflitti e in una società piena di disaccordi la ricerca della felicità diventa difficile, mentre impera l’insoddisfazione, l’approssimazione e la cecità nel prendere per vero ciò che non è tale e per falso ciò che invece è reale.
La ricerca della verità, il condurre una vita con le qualità di esseri umani e non di animali, la promozione della pace, la manifestazione dell’amore per gli altri, il coltivare la non violenza, sono tutti valori di un essere umano ma se non si insegneranno la vita non acquisirà alcun significato e verrà sprecata, perchè il tempo corre e da bambini, improssivamente ci si ritrova giovani e poi anziani. Quindi ciò che si impara a scuola accompagnerà l’esistenza di ogni essere umano e non può esserci insegnamento senza disciplina, perchè questa aiuta a sostenere, a crescere, a divenire da tenere pianticelle, forti arbusti. Le regole sono come gli argini che aiutano i fiumi a non straripare creando così dei danni. Tutto in natura è sostenuto da determinate regole. La libertà non è fare ciò che ci piace ma agire secondo coscienza per il bene non del singolo individuo ma della collettività perchè se l’individuo vive bene anche la società vivrà bene e se la collettività vive bene, l’individuo sarà a suo agio in quel contesto.
Ogni creatura ha una sua funzione nella società, quando si dimentica il proprio ruolo è allora che la società stessa viene stravolta e non ci sono più punti di riferimento, ideali, progetti. La giustizia sociale è riconoscere a tutti gli stessi diritti con imparzialità, ciò non significa che tutti debbano agire allo stesso modo ma che è necessario portare avanti il proprio dovere in base al proprio ruolo nella società. Per esempio un governante deve avere la capacità di stilare un piano affinchè il proprio Paese sia pulito ma toccherà agli operatori ecologici eseguirlo per mantenere i luoghi puliti, al primo servono i secondi, altrimenti i rifiuti si accumuleranno per le strade ma gli operatori senza qualcuno che pensi e progetti un programma non potranno lavorare bene. In tutte e due i ruoli ciò che accomuna è il dharma, ovvero il retto pensiero, il dovere, la scrupolosità con il quale entrambi I compiti devono essere pensati ed eseguiti, per il bene comune di tutto il popolo.
Nel mondo odierno non c’è molto altro da costruire, abbiamo costruito tante cose, e mentre ci sono popoli che muoiono ancora di fame abbiamo investito enormi risorse per andare sulla luna o per le armi atomiche. Siamo sempre proiettati verso l’esterno e dimentichiamo che abbiamo uno spazio interiore dove i sentimenti, le emozioni, i pensieri si accavallano a volte non lasciando spazio all’intuizione, alla creatività, soffocando i talenti che ognuno ha dentro di se.
L’istruzione attiene all’impartire nozioni ma l’educazione si preoccupa e si occupa di portare fuori le qualità latenti che sono proprie di ogni individuo al fine di applicare bene le istruzioni ricevute, altrimenti il rischio è che la conoscenza acquisiva possa essere utilizzata per danneggiare invece di progredire. Quindi l’importante non sono solo le istruzioni per l’uso ma educare a discriminare circa l’uso in modo positivo o negativo di quanto appreso. La scuola dovrebbe promuovere anche lo sviluppo delle facoltà interiorie di quelle morali e spirituali, in questo modo non si alimenteranno inutili competitività intrise di invidie, gelosie, sfruttamenti, perchè ognuno si sentirà parte del contesto in cui vive contribuendo alla crescita del territorio. Non sarà la sete di potere che ci renderà felici ma la sete di conoscenza che ci farà divenire saggi. La saggezza è una qualità che va alimentata sin dalla tenera età perchè ciò che si apprende in tenera età, quando la mente non è ancora condizionata dalle nozioni, rimarrà per tutta la vita.
Quindi dotare Ie giovani vite di tutti gli strumenti che serviranno a vivere la vita in maniera equilibrata, questo è compito della scuola e non solo impartire dei concetti. Educare all’ascolto di se stessi e del mondo circostante, educare all’utilizzo corretto delle proprie facoltà caratteriali, questo potrà agevovolare la contentezza dell’individuo. La famiglia e gli insegnanti sono come dei giardinieri, quello che seminano crescerà nei giovani e si manifesterà nella società futura. L’insegnate deve ricordarsi che può divenire un modello da seguire e capire se si sente uno che si limita ad informare, uno che spiega o uno che ispira. L’insegnante non deve sottavalutare il suo ruolo perchè struttura le generazioni in persone che potranno avere o meno fiducia in loro stesse: è come il designer delle comunità e nazioni che potranno vivere in pace e prosperità.
L’educazione serve ad insegnare come vivere il ciclo della vita, quindi a prepararsi alla vita, per questo la scuola non deve essere solo un luogo che prepari al mondo del lavoro, perchè il lavoro è solo un ambito di interesse della vita. Da un po di tempo si studia affinchè nel futuro si possa fare non quello che piace ma il lavoro che faccia guadagnare più denaro e quindi il lavoro stesso diventa luogo di competizione,frustrazione, sfruttamento e non di valorizzazione delle risorse umane. Lo yoga , praticato in tenera età crea il substrato per vivere la vita come miglioramento di se stessi e delle vite di tutti gli altri esseri, nel contempo crea le basi affinchè si maturino dentro quelle qualità quali la concentrazione, l’equanimità, l’osservazione, l’ascolto la conoscenza di se stessi e del mondo circostante.
La famiglia e la scuola dovrebbero avere il compito di far crescere i bambini felici e equilibrati, perchè i bambini di oggi saranno i futuri genitori, i futuri governanti, medici, insegnanti, operatori ecologici, insegnanti, etc. etc e quindi coloro che determineranno il futuro dell’umanità stessa e la vita nel mondo.
Ho insegnato yoga nelle scuole, vorrei brevemente condividere alcuni episodi. Dopo alcuni anni che avevo concluso l’insegnamento dello yoga nella scuola primaria stavo in stazione aspettando la metro all’aperto della città, si fermò un treno, e dai finestrini sentii gridare:”Maestra,maestra”, mentre un gruppo di volti sorridenti e di mani si muovevano per salutarmi. Un anno dopo da quell’episodio incontrai un gruppo di ragazzi adolescenti che mi fissava e non riuscivo a capire il perchè. Si avvicinarono e mi chiesero:“ Maestra non ti ricordi di noi? In prima elementare ci hai insegnato lo yoga”. Alice si avvicinò a me per presentarmi una sua amica : “ Maestra ti presento Claudia, lei non ha frequentato il corso con te ma io le ho mostrato, così come ci ha insegnato tu, come andare in quel posto tranquillo dove non ci sono ansie e paure, dentro il suo cuore. Vuoi vedere?”. Claudia si mise, seduta a terra in piazza, in siddhasana, a gambe incrociate, e iniziò a praticare, con gli occhi chiusi e il volto sorridente, allora compresi che ciò che avevo insegnato aveva conquistato un posto nei loro cuori e che i semi che avevo piantato non solo stavano maturando ma si stavano propagando anche dopo anni. Li ringraziai commossa. Infine, qualche anno fa, fui invitata al Liceo Pedagogico per condurre alcune lezioni, in orario scolastico, su yoga e meditazione. Arrivai in una quinta liceo e prima di iniziare la lezione un’alunna mi chiese se avevo insegnato nella scuola primaria. Dopo la lezione, stavamo condividendo le impressioni sulla pratica appena terminata, l’alunna un po emozionata disse: “ Io la conosco, lei è stata la mia maestra di yoga in prima elementare, oggi ho provato le stesse belle sensazioni di allora”. Per me fu un bel feedback dopo tanti anni. A cosa serve l’istruzione se non si forniscono gli strumenti per vivere la vita in tutte le sue sottili sfumature?
Educare alla vita è ciò che la famiglia e la scuola dovranno fare se si vorrà costruire una società più umana e un mondo più civile e vivibile. Infatti il progresso non può non prescindere dalla civiltà che si palesa quando la nostra relazione con il mondo circostante è rispettosa, gentile, atta a migliorare la vita di tutti gli esseri. La vera civiltà non è solo libertà di espressione ma anche di rispetto degli spazi e delle idee altrui, di cooperazione e sinergie che si incontrano per costruire qualcosa di valido. L’istruzione attiene al secolare, al momentaneo, alla moda culturale del momento, l’educazione è per tutta la vita. Si può essere istruiti ma non educati. In un mondo dove impera la manipolazione a tutti i livelli la vera libertà non è quella di imparare solo ciò che determinati poteri vogliono che si impari ma creare un substrato di cultura affinchè l’animo di ognuno possa sbocciare ed esprimersi perchè le qualità degli individui potranno trasformare la società.
E’ necessario che la formazione culturale sia di apertura e non di chiusura, di libertà e non di dipendenza dalla tecnologia. L’uomo schiavo della tecnologia non avrà la possibilità di conoscere se stesso, l’uomo saggio che conosce se stesso, userà la tecnologia in modo corretto e non per creare dipendenza. In un mondo strapieno di tutto si sta paventando il desiderio di vivere delle vite più semplici che non ci portino ad affannarci per il mero guadagno, a studiare per la ricchezza monetaria, ma ad apprendere per l’arricchimento individuale, perché nel futuro la vera ricchezza sarà rappresentata dalla saggezza. Oggi i governi parlano di economia e poco di educazione, parlano di istruzione e non del come sviluppare il substrato della conoscenza. La scuola di oggi è proiettata nel formare per il mondo del lavoro ma il lavoro più grande, per un essere umano è il modo di condurre la propria esistenza. Insegnare a trascorrere bene la propria esistenza, questo dovrebbe essere il compito sia della scuola che della famiglia. Dovremmo riflettere su cosa e come stiamo insegnando ai giovani e osare sostenere le loro vite. La felicità a cui aneliamo è la stessa che desiderano gli altri e potrà svilupparsi se investiremo sull’educare.