Genitore, lavoro non facile.
Ha sbagliato, ma è mio figlio.
È mio figlio, ma ha sbagliato.
Queste due affermazioni racchiudono in esse due atteggiamenti diametralmente opposti dei genitori. I secondi possono essere riconosciuti come buoni educatori, come adulti che pensano sia loro compito guidare i figli. Cosa fare con i figli che hanno sbagliato è argomento molto esteso che non andrò a trattare. Mi intriga invece capire l’atteggiamento dei genitori del primo pensiero.
L’idea è talmente insana che deve essa stessa poggiare su altre considerazioni che il genitore deve possedere. Potrebbe avere una totale sfiducia nel sistema, sia esso una scuola, un sistema educativo o altro. Magari per una personale esperienza o per un vissuto sulla pelle del figlio. Oppure la sua incapacità di gestire il proprio figlio, di controllarlo e di porre dei limiti lo mette nella condizione di usare quella considerazione proprio per coprire questa sua inabilità.
Nel primo caso (sfiducia nel sistema) non vi è ragione di lasciare il proprio figlio nel sistema di cui non si ha fiducia. Una mia conoscente ha portato la figlia in una scuola parentale perché in disaccordo sulle disposizioni che la scuola tradizionale aveva.
Per la seconda ipotesi (incapacità di controllare il figlio) esploriamo un altro fenomeno .
Una delle manifestazioni moderne è il rifiuto di stereotipi del passato. Quello che faceva il padre di mio padre (mio nonno) era per il mio genitore una cosa quasi memorabile, come lo erano i suoi consigli. Oggi esiste un grosso punto di criticità e le cose che i propri genitori hanno fatto per educarci sono quasi sempre scorrette nella maggior parte delle valutazioni. Troviamo adulti dell’ultimissima generazione che senza dei modelli (seppur scorretti) si abbandonano ai più disperati atteggiamenti: dall’amicone, al “faicomevuoi”, arrendevole modo di fare non certo di aiuto che nasconde un “non ho idea di cosa fare”.
Eppure si sta riscoprendo che i giovani e giovanissimi (come è sempre stato) amano essere guidati, inseriti nel mondo e che una critica, un commento su qualcosa che non andrebbe fatto è per loro sempre meglio che nessun tipo di indicazione.
Certo i nuovi adulti non sono aiutati dalla confusione creata dai media, dai reality e dai social media.
Fare il genitore non è difficile se si tengono presenti alcuni semplici dati stabili. Il primo è che i bambini trattati con rispetto e fermezza, come se fossero uomini con piccoli corpi dà sempre un ottimo risultato. E come uomini (o piccole donne) amano comunicare e comprendere quelle cose che a loro sono sconosciute. Rispettare poi il loro potere di scelta non semplice (vuole uscire con le scarpe da ginnastica anche se per voi avrà freddo), ma del resto si ha difficoltà a farlo anche con altre persone grandi che possono essere sotto il nostro “dominio”. Insomma spiegarlo bene e lasciarli decidere e fare la loro esperienza non è cosa usata.
Sono l’autore che fa felici i bambini e molto della loro felicità passa attraverso quello che scrivo per i genitori, quello che comprendono e quello che useranno.
Seguimi se questo ti interessa.