E se il termine App(licazioni) indicasse il fatto che siamo appesi ad esse?
Un anno fa chiesi ad un centinaio di persone quante fossero le App (diminutivo di applicazione) presenti sul loro telefono. Le risposte vennero tenute separate in base all’età dell’intervistato. Più l’età si alzava più diminuivano il numero di App dichiarate. Un approfondimenti del dato (erano troppo poche) rivelò che le persone non avevano idea di cosa fosse una APP, soprattutto quelli più anziane.
Prendendo in mano il mio telefonino, oggi ne ho contate 24, (ed io sono un over sessanta, non certo un nativo digitale).
La survey ne aveva stimate 3 per ogni persona della mia stessa età.
Per i non nativi digitali, un App è un programma installato sul vostro telefonino che vi permette, interagendo con un portale, un servizio. Praticamente tutte le icone sul vostro schermo sono delle App. magari alcune sono presenti ma non usate, ma esistono.
Quando due anni fa mi sono recato in una banca per aprire un conto nuovo con mia moglie, dovemmo posticipare l’apertura del conto perché lei non aveva il telefonino dietro. Doveva andare in banca e le era sembrato normale non portarselo appresso.
No, l’apertura del conto prevedeva una continua connessione per il ricevimento di numeri e chiavi sui nostri device che il personale della banca utilizzava per aprire il conto con noi.
Questo ci porta alla situazione che oggi, per fare un bonifico, serve il telefono. Se perdo il telefonino e voglio fare un bonifico sono inibito e in ultimo, se volessi tornare ad usare un telefonino non smart (sono in commercio per esempio i Nokia pieghevoli avete presente?) sarei tagliato fuori da molte delle attività.
Se tornassi indietro, sarei inibito dall’identificazione per avere documenti pubblici e personali. Potresti sapere tutto della pensione, della situazione con il fisco o i regolamenti del comune, di cosa tuo figlio fa a scuola, dei compiti che vengono freneticamente messi dall’insegnante su questo magnifico portale dell’istituto? No, senza, non potresti.
E così come delle mosche nella tela continuiamo ad avvolgerci senza capire se una via di uscita esiste.
Sembra di vedere nella fiaba di Pinocchio, Mangiafuoco (i geni della Silicon Valley e non solo) che presentandoci una vita semplice, fatta di tempo libero, ci stanno condannando alla frenesia delle freccette blu di whats app: “ha visto il messaggio, ma non mi dà retta”.
Le priorità si snaturano, e tutto diventa estremamente imperdibile.
E incamminatici su questo sentiero del “tutto subito senza sforzo” ci ritroviamo liberi di “goderci” la serie su Netflix, ma ci dimentichiamo lo stato emotivo dell’amico e siamo disturbati da qualsiasi comunicazione esterna allo schermo del nostro arto esteso. Non guardiamo le stelle per piacere, ma per immortalarle nel nostro social preferito.
Qualcuno però si sta destando. E la speranza è che molti lo facciano prima che nei bambini vada persa la creatività, che l’appiattimento dello schermo sia come quello delle nostre emozioni e che la vita sia respinta da una diga di digit.